Dopo la pandemia il welfare aziendale sta cambiando. Molti dei bisogni sociali delle persone si sono trasformati negli ultimi due anni ed è naturale pensare che anche i servizi messi a disposizione dalle imprese per i propri dipendenti debbano essere ripensati e riorganizzati.

Tra gli ambiti che più mettono in luce come i bisogni siano cambiati c’è l’esempio della sanità.

La sanità integrativa durante e dopo la pandemia

Negli ultimi due anni si sono diffuse nuove coperture e formule specifiche legate al Covid-19. Molte aziende hanno introdotto servizi e garanzie in caso di isolamento, positività o ricovero causato dal virus, la possibilità di fare tamponi presso strutture convenzionate, contributi per servizi assistenziali e post ricovero, check up e analisi di varia natura, a cui si aggiungono visite e controlli specialistici.

Oltre ad essere cambiati i bisogni immediati, la pandemia sembra aver aumentato l’attenzione degli italiani verso la propria salute. Questo ha portato gli operatori del welfare aziendale a sottoscrivere nuove collaborazioni e nuovi accordi con strutture e società specializzati nel Benessere e nella Salute.

Il ruolo della telemedicina

Tra i trend principali che hanno caratterizzato la sanità integrativa e le offerte degli operatori negli ultimi anni c’è poi quello della telemedicina e della digital health.

Tra queste ci sono azioni riguardanti la prevenzione e gli stili di vita, interventi per facilitare l’accesso alle cure e l’interazione medico-paziente, ma anche vere e proprie formule di consulto e di visita fatte grazie a programmi di videoconferenza e piattaforme digitali come l’innovativa VirtualHospital.blue.

Il Covid-19 ha prodotto quindi cambiamenti profondi nelle modalità di fare welfare aziendale. Se prima della pandemia una parte consistente del ‘portafoglio welfare’ dei lavoratori era destinato ai viaggi e al tempo libero oggi le persone sono molto più attente alla dimensione sociale ed economica. Dal 2021 c’è stata una forte accelerazione delle richieste di previdenza complementare e delle prestazioni legate alla salute.

Se parliamo di salute è fondamentale focalizzarsi anche sulle necessità dei familiari dei lavoratori che accedono a forme di welfare aziendale. In questo senso negli ultimi mesi sembra aver assunto una crescente importanza tutta quella sfera di servizi che riguardano il sostegno ai familiari fragili e, quindi, ai caregiver che li accudiscono.

Le risposte degli operatori del welfare aziendale

A tutto questo si affianca un tema molto più importante: quando si parla di cura e assistenza le persone tendono a non fidarsi di chi fornisce il servizio. Per questo il tema della qualità dei servizi è centrale.

Proprio per questo che alcuni provider e società di consulenza stanno investendo sul tema della qualità e della certificazione dei servizi. E poiché il welfare aziendale ormai viene veicolato soprattutto attraverso delle piattaforme digitali è cruciale garantire che le prestazioni presenti in questi portali siano affidabili. Soprattutto se legate a aspetti delicati come quelli della cura.

La sfida certamente non è semplice. Le aziende, per esempio, se vorranno contribuire fattivamente al benessere dei propri collaboratori, dovranno investire per conoscere adeguatamente i reali bisogni dei lavoratori. E al tempo stesso non andranno sottovalutate le fasi di comunicazione e valutazione del piano welfare, per capire se quanto viene proposto sia percepito come di valore dai beneficiari finali. Solo così si potrà costruire un percorso in grado di generare un impatto positivo per tutti che si concentri su quelle che sono le necessità sempre più evidenti del nostro tempo.

Articolo scritto dallo Staff di Arg Intermediazioni