telecamere nascoste

Telecamere nascoste: come trovarle

telecamere nascosteQuando pensiamo a telecamere nascoste, a microfoni segreti e ad altro che sembra uscito da un film di spionaggio pensiamo siano situazioni molto lontane dalla realtà.

Purtroppo si tratta di apparecchiature all’effettivo non troppo costose e facili da installare che si possono trovare anche nei contesti meno probabili.

Vediamo i modi per trovarli ed evitare che qualcuno intacchi la nostra privacy.

Telecamere nascoste: iniziamo a conoscerle

Partiamo dicendo appunto che le telecamere nascoste o meglio quelle che è facile nascondere, sono molto diffuse sul mercato.

Quelle in miniatura sono disponibili a prezzi accessibili e si collegano al normale Wi-Fi per trasferire i dati.

Nella vita reale quindi possiamo purtroppo dire che tutti possono utilizzarle, giocando a fare le spie o altro.

Ma quali sono i motivi per cui le persone le utilizzano? Cosa spinge qualcuno a installarle?

Il primo motivo è la sicurezza: molti piccoli o grandi proprietari di appartamenti in affitto li installano per prevenire furti o danni alla proprietà. 

C’è poi il controllo: molto spesso le utilizzano coniugi sospettosi e rivali senza scrupoli, così come i burloni. Poi, ci sono gli estorsori professionisti. 

hacker

In poche parole, le scuse e i motivi sono tanti.

Veniamo ora al vero nocciolo della questione, ovvero quante possibilità abbiamo nelle nostre vite di essere osservati da una telecamera nascosta?

La risposta è purtroppo buone probabilità.

Un sondaggio realizzato tra gli utenti di Airbnb ha rivelato che l’11% degli intervistati si è imbattuto in una telecamera nascosta negli alloggi affittati. 

Una percentuale, questa, che ci sembra molto alta se consideriamo quante persone prenotano su Airbnb ogni anno.

Ed essa include in pratica solo quelli che hanno trovato qualcosa: questo non ci fa ben sperare.

Ma come si fa a sapere se si è spiati? Scopriamo in 4 tecniche facili.

Telecamere nascoste: affidati ad un professionista per trovarle

Il modo più facile e sicuro per scoprire se siamo circondati da apparecchiature spia nascoste di diverso tipo è quello di affidarsi ad uno specialista.

È bene che sia un tecnico qualificato con attrezzature professionali a fare la ricerca di queste fastidiose telecamere o microfoni.

I vantaggi di seguire questo primo metodo sono sicuramente l’efficienza, i risultati affidabili con pochissimo sforzo personale.

Chiaramente si tratta di un servizio con un prezzo abbastanza elevato, con tempi di attesa relativamente alti se il professionista è molto ricercato sul mercato.

Telecamere nascoste: scovarle grazie all’acquisto di apparecchiature speciali

Se invece siamo diffidenti e non vogliamo affidarci a terze parti, il lavoro può essere svolto anche da soli con l’acquisto di apparecchiature particolari.

Si tratta di rilevatori di radiazioni elettromagnetiche oppure ottici e altre apparecchiature per il rilevamento di telecamere nascoste e usarle per controllare da soli ogni stanza.

Questi strumenti non sono poi così costosi anzi spesso quelli con un raggio di rilevamento di pochi metri, partono dai 3 dollari; quelli professionali e più potenti sono ovviamente più costosi.

Per essere precisi, un rilevatore ottico semplice può essere assemblato manualmente. Tutto ciò che serve sono alcuni LED rossi e un filtro a luce rossa. Basta indirizzare la luce verso la telecamera sospetta e guardare attraverso il filtro: la lente della videocamera apparirà come un punto luminoso. 

Se decidete di controllare in prima persona il posto di cui sospettate, dovete prestare molta attenzione al bagno e alla camera da letto, dove potrebbero essere filmati video compromettenti, così come ai rilevatori di fumo e agli elettrodomestici, luoghi comuni dove nascondere telecamere spia. 

Oltre al vantaggio di fare tutto in maniera indipendente, questo metodo permette anche controlli regolari o alle tempistiche dettate dalla necessità dell’utente.

Sicuramente ne rimette la precisione e anche i prezzi sono abbastanza elevati per il fai da te in questo settore.

 

telecamere nascoste e smartphone

Telecamere nascoste: trovarle con uno smartphone

Se invece volete fare un’operazione ancora più economica, potete usare anche uno smartphone.

A volte infatti è possibile fare a meno di apparecchiature speciali e utilizzare solo la fotocamera dello smartphone insieme ad una torcia elettrica.

La stanza sottoposta al controllo deve essere completamente buia e così facendo potete accendere sia la torcia che la fotocamera del telefono.

Dovrete poi puntarle nel punto sospetto. 

Se avete fatto bene a dubitare, vedrete un bagliore sullo schermo dello smartphone. Se non potete usare contemporaneamente la fotocamera e la torcia del telefono, usate lo smartphone e una torcia a parte.

Chiaramente questo metodo è il meno efficiente, quello che richiede più tempo e non sempre è realistico. Tuttavia è un metodo gratuito che non richiede apparecchiatura strana.

Telecamere nascoste: trovarle con un’app

È possibile trovare delle telecamere nascoste anche utilizzando un’app.

Alcune di queste rilevano dispositivi sospetti attraverso il riflesso della lente. Rilevano infatti il bagliore (o glint) quando la luce di una torcia colpisce una lente.

Altre app invece cercano dispositivi spia wireless. Per farle funzionare, è necessario connettersi al Wi-Fi locale. Dopo la scansione del router, l’app visualizza un elenco di dispositivi collegati. 

Questa metodologia è abbastanza efficiente, non ha grossi costi e non richiede grandi apparecchiature.

Tuttavia non è un metodo adatto per smart home con molti dispositivi connessi, né per il Wi-Fi degli hotel e altri router pubblici con molti dispositivi connessi.

polizia arg serviziSe queste metodologie vi confermano i sospetti avuti, è bene chiamare la polizia e avvisare dunque un ente che possa fare accertamenti migliori.

L’importanza della prevenzione

Per prevenire situazioni spiacevoli è sempre bene:

  • – portare con sé una batteria esterna per rimanere sempre connessi;
  • – scaricare le app che vi aiuteranno a rendere più agevole il vostro viaggio, come mappe, dizionari e traduttori;
  • – non lasciare incustoditi gli oggetti di valore;
  • – non utilizzare mai computer o terminali pubblici per inviare messaggi privati, accedere ad account o fare acquisti online;
  • – utilizzare un’app VPN per proteggere i vostri dati dagli hacker, così come per accedere a contenuti che non sono disponibili nel paese che state visitando.

I pericoli sono purtroppo sempre dietro l’angolo ma possono essere controllati con un’adeguata attenzione e prevenzione

cybersecurity

Cybersecurity: 5 tips per migliorare la tua sicurezza online

Se utilizzi spesso il web ti sarà capitato di sentir parlare di cybersecurity.

Si tratta dell’insieme di tutti quei processi, delle persone e delle tecnologie per proteggere i sistemi, le reti e i programmi dagli attacchi digitali.

Gli attacchi informatici, detti in gergo “hack”,  sono solitamente finalizzati all’accesso, alla trasformazione o alla distruzione di informazioni sensibili.

Spesso seguono questi attacchi richieste economiche:

hacker informaticisi tratta di vere e proprie estorsioni da parte degli hacker.

Nel mondo connesso di oggi la cybersecurity è fondamentale.

A livello individuale, un attacco di cybersecurity può causare tutto, dal furto di identità, ai tentativi di estorsione, alla perdita di dati importanti come le foto di famiglia. 

A livello di società, le più colpite sono quelle che offrono servizi, come centrali elettriche, ospedali e aziende di servizi finanziari e proteggerle è essenziale per mantenere il funzionamento.

Come fare per proteggersi? Scopriamolo con qualche tips.

Cybersecurity: scegliere le password con cura è fondamentale

Alcune ricerche dimostrano che le password scelte dagli utenti sono spesso troppo banali, come ad esempio le sequenze di numeri 123456.

Un’altra pecca è che gli utenti utilizzano spesso la stessa password per tutti i loro account andando così a minare la loro sicurezza.

Le password troppo facili infatti possono essere scoperte in un colpo solo dagli hacker.

Il suggerimento è quindi quello di utilizzare numeri e caratteri speciali per difendersi il più possibile.

Per portare la vostra sicurezza a un livello superiore potete utilizzare un password manager, che rende i vostri dati praticamente inattaccabili.

 

Cybersecurity: proteggetevi bene sui social

Oggi siamo tutti nel mondo dei social ma è importante utilizzare queste piattaforme con senno.condivisione social

Su tutto ciò che pubblichiamo online purtroppo non abbiamo il pieno controllo e diventa utilizzabile contro di noi facilmente.

Vi consigliamo ad esempio di:

  • – evitare di rispondere ai cosiddetti troll (utenti che mandano solo risposte negative e provocatorie)
  • – non condividere foto di documenti personali
  • – non condividere azioni illegali
  • – non diffondere notizie false

Cybersecurity: l’importanza di avere una rete sicura

Una connessione Wi-Fi non sicura o non dotata di impostazioni di sicurezza adeguate è una preda facile degli hacker. 

Per avere una rete sicura dovete:

  • Cambiare le credenziali di accesso del router Wi-Fi.
  • Rinominare la rete del router Wi-Fi
  • Assicurarsi che non si possa accedere da Internet alla pagina d’accesso del vostro router.
  • Proteggetevi con un protocollo di crittografia affidabile e con una password forte.

Se per qualche motivo non avete altra scelta e dovete collegarvi a una rete Wi-Fi pubblica (hotspot) fatelo utilizzando una VPN (Virtual Private Network). Grazie alla VPN i vostri dati in entrata e in uscita saranno cifrati e nessun altro potrà accedervi. 

 

Aggiornare i software aiuta a migliora la tua sicurezza

software update

Mantenere sempre aggiornati i software è un altro elemento essenziale.

Gli aggiornamenti che riceviamo sono spesso utilizzati per inviare patch delle vulnerabilità.

Speriamo che questo articolo per molti di voi serva solo per rinfrescare la memoria (sappiamo che si tratta di norme di sicurezza di base).

In ogni caso, anche se siete già al corrente, qualcuno che conoscete potrebbe avere disperatamente bisogno di questi consigli per essere protetti tanto quanto voi.

Ed è proprio per questo che è nato il mese dedicato alla Cybersecurity Awareness (ovvero dicembre).

Cybersecurity: è sempre bene essere pronti ai ransomware

I ransomware sono una tipologia di malware piuttosto insidiosa e sono una di quelle più diffuse. Generalmente a chi subisce l’attacco dei ransomware viene ordinato di pagare una certa somma di denaro per ottenere nuovamente i dati rubati, dati che ovviamente non sono più sicuri o privati. 

Per evitare di incappare in questo malware così potente è importante non aprire allegati di mail sospette, installare un buon programma antivirus, effettuare regolarmente un backup.

 

Insomma stare attenti e proteggersi con questi tips di cybersecurity basilare potrà tornarvi sicuramente utile nelle vostre attività quotidiane.

digital life degli italiani

La digital life degli italiani

Il digital è diventato una parte fondamentale delle nostre vite, tanto da farci coniare il termine “digital life”.

Ma a che livello di digitalizzazione siamo in Italia? I nostri concittadini sono pronti a questa rivoluzione? Come la vivono?

Scopriamolo insieme.

Digital life in numeri

Cominciamo ad analizzare lo status della digital life in Italia da alcuni dati.

Secondo il report di Censis sulla «Digital Life degli Italiani» la maggioranza degli italiani si relaziona quotidianamente con il digitale senza difficoltà.

ecommerce Il 90,3% degli utenti di dispositivi digitali ha device adeguati alle proprie esigenze e il 69,4% degli utenti si sente sicuro quando è online.

Tra le attività più svolte in tutta sicurezza ci sono pagamenti online, gestione delle bollette o altre operazioni delicate che gli italiani fanno senza problemi al pc.

Il dato positivo che emerge è una fiducia via via crescente nei confronti della tecnologia.

Si ritiene lo smartphone (o altri device) come una parte integrante e fondamentale della vita quotidiana (sia lavorativa che privata) della maggioranza degli italiani intervistati.

Il rapporto mostra come l’utilizzo dei device digitali non migliora solo la vita individuale, ma anche la fiducia che gli italiani ripongono nelle istituzioni pubbliche.

Sempre più italiani ritengono che una maggiore digitalizzazione a livello nazionale ridurrebbe i tempi della burocrazia della Pubblica Amministrazione.

Questi sono dati incoraggianti per il settore tecnologico, in particolare quello dell’Insurtech.

La maggiore fiducia nel digitale da parte della collettività permetterebbe una penetrazione maggiore nel mercato assicurativo esistente con soluzioni digitali e tecnologiche atte a migliorare la vita quotidiana.

 

Digital life e protezione dei dati 

Con l ‘avvento dell’era digitale i dati sono diventati un asset fondamentale.

data privacyNon c’è dubbio che le tecnologie digitali siano in grado di apportare immensi benefici in molteplici settori. 

Tuttavia, per funzionare, questi sistemi hanno bisogno di processare massivamente i dati relativi ad un numero molto elevato di soggetti: sono proprio le informazioni in relazione alle persone, alle loro vite e alle loro abitudini ad essere oggi il vero motore del progresso e dell’innovazione.

Questo fattore comporta però un grande peso per l’ambiente: basti pensare alla quantità di energia che consumano i computer dei big data per contenere appunto raccolte massive di informazioni.

Il discorso dati ha un impatto fondamentale anche sulla persona: quanto ci sentiamo al sicuro ad essere tracciati da cookies e a lasciare le nostre informazioni sensibili online?

Per fortuna la legge dopo lo scandalo di Facebook e Cambridge Analytica diventa sempre più dura e il controllo è maggiore.

Il consiglio che vi diamo è quello di rifiutare lì dove possibile i cookies di terze parti e di inserire i vostri dati con saggezza, ovvero leggendo sempre le condizioni e i moduli d’uso di qualsiasi sito, anche di quello apparentemente più sicuro.

Digital life: quale è stato il fattore scatenante?

Per quanto riguarda il fattore scatenante di questa digitalizzazione nel nostro paese degli ultimi tempi, le cause sono da ricercare nella pandemia.

La pandemia ci ha portato notevoli disagi e disturbi.

Ma il Covid ha rappresentato l’inizio di una digitalizazzione più forte, scatenando una necessità di fatto latente: quella di imparare a sfruttare al meglio gli strumenti del digitale.

Non potendo avere un contatto diretto abbiamo imparato a scaricare le app per ordinare cibo, abbiamo sfruttato il pc per pagare un bollettino e, dato super importante, abbiamo iniziato a fidarci dell’acquisto online non potendolo fare fisico.

Sono moltissime le PMI che durante e dopo il primo lockdown hanno scelto di aprire un ecommerce per migliorare le proprie vendite

 

La DAD: la digital life insoddisfacente per gli studenti italiani

Se abbiamo parlato dell’effetto positivo della pandemia sulla digital life degli italiani, dobbiamo mettere in campo anche un aspetto molto negativo.

dadA soffrire l’ancora scarsa digitalizzazione dell’Italia sono stati gli studenti italiani costretti a fare smart school.

I dati in questo senso non sono stati confortanti in quanto c’è stata una decrescita nella media dei voti e sono state molte le difficoltà delle famiglie.

Se è vero che in ogni casa ormai c’è un computer, questo non si è dimostrato sufficiente per le famiglie con più di un figlio in Dad.

Se però pensiamo in grande e vogliamo vedere i dati positivi, sono stati sicuramente questi a prevalere e la digitalizzazione del nostro paese è ormai un argomento caldo e un cambiamento in corso.

Dobbiamo solo fidarci della “Digital Life” e lasciarci trasportare dall’onda del progresso.

benefici ebike

I benefici delle bici elettriche

Le bici elettriche sono una delle mode più diffuse nel nostro paese e in Europa.

Sono le protagoniste dei bike sharing, sono una delle soluzioni più scelte in città per andare al lavoro e spostarsi senza prendere la macchina.

bike sharing

Le maggiori città europee hanno riconosciuto così tanta importanza da attivare rinnovi urbani proprio per creare piste ciclabili ad hoc.

Ma non solo, le bici elettriche sono un prodotto super venduto dagli e-commerce ai negozi fisici.

Sono viste come una sorta di motorino, ma più ecologico e in qualche modo più facile da utilizzare (non richiedono casco, sono più facili da parcheggiare, non si incorre spesso in multe alla loro guida).

Ma le bici elettriche, anche chiamate e-bike, sono utili anche per la nostra salute? Scopriamolo insieme.

Bici e salute: le bici elettriche fanno bene quanto quelle classiche?

Una delle domande che ci si pone più spesso quando ci si approccia all’acquisto di una bici elettrica è se aiuti realmente a tornare in forma.

I dubbi riguardano principalmente l’efficacia delle e-bike, se  paragonate alle bici tradizionali  definite “muscolari”. 

Partiamo prima da un piccolo sondaggio.

Uno studio a livello europeo, ha scoperto che l’Italia è il terzo paese in Europa per voglia di iniziare a pedalare con un e-bike. 

benefici bike Benefici percepiti delle ebike

I soggetti intervistati sul loro interesse per le bici elettriche, alla domanda “perché ti affidi alle ebike?”  hanno motivato la loro volontà con le seguenti frasi:

  • “Per mantenermi in forma; 
  • Per proteggere l’ambiente;
  • Per risparmiare;
  • Per rendere più semplice l’andare in bicicletta;
  • Per evitare il traffico”.

Da queste risposte si aprono dibattiti e si traggono notevoli prospettive, anche di tipo economico.

Tutti questi nuovi clienti avranno bisogno di manutenzione, di visite biomeccaniche e di programmi di allenamento per utilizzare al meglio le bici elettriche.

Ma torniamo a noi: la prospettiva dell’utilizzo delle biciclette elettriche per la mobilità sostenibile può avere un reale impatto sulla salute della popolazione? 

Partiamo dal fatto che le bici elettriche non sono motorini ma la pedalata viene sostenuta solo fino ai 25 km/h e questi mezzi erogano una potenza massima di 250w. 

Questo ci dice che realmente ci muoviamo e che bruciamo calorie.

L’attività fisica è in tal senso modulabile e reale e il grande supporto che la bici elettrica da all’utilizzatore è soprattutto nelle ripartenze da fermo (semaforo, stop ecc). 

Dato che la bici elettrica ha un appeal per quella fetta di popolazione che non ha interesse concreto per la bici, ma ha esclusivamente una volontà di miglioramento del proprio stile di vita, questo nuovo tipo di bici può davvero portare gli italiani a diventare fisicamente più attivi.

Bici elettriche: riflessioni e studi sui loro benefici

In Norvegia si sono chiesti se i benefici dell’utilizzo costante di una bici elettrica possono essere tranquillamente paragonati a quelli di una bici normale. 

Alcuni utilizzatori delle bici elettriche sono stati monitorati per vario tempo e ne sono stati valutati i parametri fisiologici di capacità aerobica e di forza. 

benefici bikeE’ stato visto che i soggetti che passano da una modalità di spostamento casa-lavoro in auto a bici elettrica nel tempo mostrano i medesimi miglioramenti a livello cardiovascolare di chi usa la bici tradizionale. 

L’utilizzo di una bicicletta “muscolare” comporta mediamente un MET (unità di misura dell’intensità dell’attività fisica) di 6,4-8,2. 

Il passaggio a una bicicletta elettrica, per lo stesso percorso, comporta un MET di 4.1-6.1, quindi del tutto paragonabile.

Inoltre le bici elettriche sono tendenzialmente più pesanti di quelle muscolari e ciò comporta un adattamento della forza muscolare più rapido in chi usa la e-bike. 

Da un punto di vista meramente pratico le e-bike sono appetibili poiché permettono di compiere il medesimo tragitto con un dispendio energetico minore ma soprattutto a un’intensità più blanda, consentendo di sudare meno nelle giornate molto calde. 

Questo aspetto è molto importante e potrebbe essere il vero valore aggiunto per chi volesse passare a una modalità di trasporto più attiva, ma non ha la possibilità di cambiarsi o lavarsi sul luogo di lavoro e non può presentarsi sudato. 

Chiaramente si tratta di un aspetto importante anche per chi non ha molto tempo da dedicare allo sport e ai suoi benefici, ma vuole comunque combattere la sedentarietà.

Bici elettriche: riflessioni conclusive

In ultima istanza possiamo tranquillamente dire che le ricerche scientifiche mostrano come le e-bike possano essere utilizzate come strumento per il miglioramento della salute della popolazione italiana.

Articolo scritto dal Dott. Maurizio Falcone.

protezioni in mobilità

Protezione in mobilità: in Italia è sogno o realtà?

La protezione in mobilità è un argomento ancora troppo poco conosciuto sebbene sia di fondamentale importanza.

Nel nostro paese purtroppo non c’è ancora molta informazione sull’argomento.

Partiamo con un esempio importante: guidare in Italia o in Francia ha la stessa esposizione al rischio, ma gli italiani non sono quasi mai assicurati.

La protezione in mobilità in Italia

Secondo l’IVASS, solo il 17,99% degli italiani è assicurato per infortuni del conducente, contro il 97,90% della Francia.

protezione in mobilitàNel nostro paese quindi la protezione in mobilità sembra non essere una priorità.

Il rischio sulle strade tra Francia e Italia è lo stesso: in caso di incidente con responsabilità, il conducente è generalmente scoperto in caso di danni. 

L’autista, senza una giusta legislazione sulla protezione in mobilità, non ha infatti diritto al rimborso per cure mediche.

Non ha diritto ad esempio alla fisioterapia, né ad alcun indennizzo per l’assenza dal lavoro dovuta a un eventuale ricovero ospedaliero. 

La perdita di reddito può avere effetti a lungo termine.

Ciò accade soprattutto in casi gravi come l’invalidità permanente o il decesso, per i quali la persona non assicurata è completamente scoperta.

L’ISTAT nel 2019 ha registrato 172.183 incidenti stradali in Italia.

Si parla di una media di 661 feriti al giorno e, nonostante il blocco della mobilità del 2020 abbia fatto scendere il numero a 436, cresce invece il numero di veicoli a due ruote coinvolti.

 

Incidenti stradali e protezione in mobilità

protezione in mobilitàA partire da maggio 2020, l’ISTAT rileva 564 incidenti con monopattino (più di 2 al giorno).

Tuttavia, la percentuale di persone assicurate per gli infortuni su altri veicoli oltre all’automobile è ancora più esigua.

Questo è dovuto in parte al fatto che la polizza infortuni venga generalmente proposta come subordinata alla RCA.

Ma non solo.  Si tende infatti a considerare oggetto dell’assicurazione il veicolo e non la persona.

L’evoluzione della mobilità, con sempre più persone che utilizzano abitualmente più di un mezzo di trasporto (bici + treno, auto + bus, ecc) ha portato allo sviluppo di nuove polizze infortuni multi-modali, attive cioè su ogni mezzo di trasporto, e con premio al consumo.

Grazie ai sensori dello smartphone è possibile pagare solo quando si è effettivamente in viaggio, in base al tipo di veicolo utilizzato.

Protezione in mobilità : strade ed autostrade

“Ho paura di guidare in autostrada”. Questo è uno dei pensieri dell’automobilista medio.

Eppure il rischio di incidenti sulle strade urbane è 15 volte maggiore.

Per quanto possa suonare inusuale, è proprio così: nel 2019, il 74% degli incidenti stradali registrati è avvenuto su strade urbane. 

La “Localizzazione Degli Incidenti Stradali”, redatta da ACI su 36.526 incidenti, conferma che il rischio di essere coinvolto in un incidente è estremamente più alto per le strade urbane.

Questo è dovuto agli elevati flussi di traffico e alla pluralità di mezzi diversi che ogni giorno confluiscono sulle strade cittadine italiane.

Va però specificato che mentre su strada urbana il rischio è, sì più frequente, la gravità della lesione è generalmente bassa, mentre su extraurbane e autostrade le lesioni personali (seppur più rare) sono quasi sempre di maggior gravità a causa dell’alta velocità media di percorrenza. 

Ad esempio, il 47% degli incidenti mortali avviene su strade extraurbane.

Ricorrenze negli incidenti al volante

Le circostanze che accomunano gli incidenti con lesioni alle persone sono l’orario e lo stile di guida.

In particolare ACI riconosce la fascia serale come la più densa di incidenti, anche gravi, con picchi che raggiungono il 15% il venerdì sera.

maggiore incidenza di incidenti la seraLa quasi totalità degli incidenti è causata dal comportamento alla guida (distrazione alla guida, eccesso di velocità o mancato rispetto della precedenza).

Se prima la prevenzione del rischio alla guida era un tema che veniva affrontato a livello sociale o educativo, di recente sembra che stia acquisendo interesse anche per le compagnie assicurative.

Soprattutto in ambito insurtech, stanno emergendo prodotti assicurativi che premiano uno stile di guida prudente (non solo in termini di velocità ma anche come scelta delle strade e della fascia oraria, distrazione alla guida, ecc.).

Esistono infatti insurance app che – grazie ai sensori dello smartphone – riconoscono il movimento, registrano il tragitto e consentono di sostituire il premio fisso a un consumo in base ai km viaggiati.

Più si viaggia prudenti più si viene premiati.

La pandemia ha evidenziato che i premi assicurativi delle polizze tradizionali per la mobilità sono ingiusti, e le persone stanno imparando a tutelarsi.

 

Protezione in mobilità: i dati della pandemia

Nel 2020, la maggior parte degli assicurati si è trovato a dover pagare il premio di un’assicurazione che avrebbe dovuto essere più basso.

Attraverso l’Osservatorio “Audimob” di Isfort sono stati stimati i comportamenti di mobilità giornalieri dei cittadini durante il regime di restrizioni (DPCM dell’11 marzo 2020) dovuto all’esplodere dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

In sintesi, i dati mostrano nei primi 30 giorni di lockdown una drastica riduzione della domanda di mobilità.

Si può stimare che nella media giornaliera il tasso di mobilità allargato (popolazione che esce di casa) sia diminuito dal 90% al 55% (35 punti percentuali in meno), gli spostamenti complessivi siano diminuiti del 60% e km (somma dei km percorsi dai cittadini) sia diminuita di ben il 90%.

Una quota significativa di popolazione ha effettuato spostamenti in giornata, in alcuni casi solo di brevissima durata.

Con la diffusione dello smart working, si è registrata una sorta sostituzione di spostamenti più lunghi, strutturati e sistematici, con tragitti molto brevi (la c.d. “mobilità di prossimità”).

 

Protezione in mobilità e polizze auto

In termini di polizze legate alla mobilità, le persone si sono quindi trovate a dover versare un premio per un servizio di cui non hanno usufruito, se non in minima parte. 

Riguardo alle polizze auto, ci sono state misure governative in questo senso.

Si sono però limitate a prorogare i termini di validità (legge di conversione del d.l. “Cura Italia”) o dare la possibilità di sospendere la copertura (scelta che però impediva nel periodo di sospensione di utilizzare il mezzo su strada).

Non ci sono stati sconti sul premio per la polizza, perché la natura di una polizza su base fissa annuale non tiene conto di eventi esterni.

Non è infatti un caso che l’Italian Insurtech Association abbia registrato in un solo anno, dal 2020 al 2021, una crescita enorme nell’interesse per le polizze digitali (dal 31 al 55%) e nella consapevolezza dell’esistenza delle polizze ondemand (dall’11 al 43%), ovvero quelle polizze che si possono attivare all’occorrenza.

Per combattere i costi extra, in ambito mobility insurance, le persone hanno iniziato ad orientarsi verso un modello assicurativo pay-per-use che sta riscuotendo sempre più successo.

Secondo IIA, infatti ben il 97% di chi ha sottoscritto una polizza on-demand si dice disposto a ripetere l’esperienza.

La protezione in mobilità è decisamente importante: dunque è necessario informarsi e scegliere il servizio migliore per evitare situazioni spiacevoli.